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Marco Rovelli è stato cantante e autore nel gruppo Les Anarchistes – con I quali ha vinto la targa Ciampi per il miglior album d'esordio con Figli di origine oscura - prima di intraprendere una carriera solista con l’album libertAria, insignito al Mei 2009 col premio Fuori dal controllo; poi Tutto inizia sempre, 2015, candidato al premio Tenco, Bella una serpe con le spoglie d’oro (Squilibri 2018) finalista al premio Tenco, secondo classificato nella categoria miglior interprete; Portami al confine (Squilibri 2020), Concerto d'amore (con Paolo Monti, 2022) e il discolibro l'attesa (l'Innominabile 2024), in relazione al quale ha vinto la targa Ciampi per la miglior interpretazione di una canzone di Piero Ciampi. Ha ideato e curato l'album Nella notte ci guidano le stelle. Canti per la Resistenza (in cui ha suonato insieme a Teho Teardo) che ha vinto la targa Tenco come miglior album a progetto.
Tra le collaborazioni e partecipazioni ai suoi dischi: Claudio Lolli, Lee Ranaldo, Giovanna Marini, Teho Teardo, YoYoMundi, Mara Redeghieri, Angela Baraldi, Fausta Vetere, Blaine Reininger, Raiz, Antonello Salis, Steve Conte, Moni Ovadia, Cesare Basile; e ha partecipato al tour per il 50* anniversario del Nuovo Canzoniere Italiano.
Come scrittore ha pubblicato una ventina di libri, tra cui Lager italiani, Bur 2006, Lavorare uccide, Bur 2008, e Servi, Feltrinelli 2009, Il contro in testa, Laterza 2012, La meravigliosa vita di Jovica Jovic (con Moni Ovadia), Eravamo come voi (Laterza 2015), La guerriera dagli occhi verdi (Giunti 2016), Siamo noi a far ricca la terra. Il romanzo dei mondi di Claudio Lolli (minimumfax 2022), Soffro dunque siamo. Il disagio psichico nella società degli individui (minimumfax 2023) e Non siamo capolavori. Il disagio e il dissenso degli adolescenti (Laterza 2025)
"Potremmo definire Marco Rovelli sia uomo del Rinascimento sia artista ciampiano: uomo del Rinascimento perché molteplici sono gli ambiti in cui si muove - insegnamento, scrittura e ovviamente musica; artista ciampiano perché ama un’espressività aliena da compromessi e pronta al documentato atto d’accusa. Ma di Ciampi Marco ha saputo anche cogliere la parte più fragile come dimostra la sua interpretazione di “Fino all’ultimo minuto” che Piero firmò insieme a Gian Franco Reverberi e che qui viene trasportata dal mare davanti a Livorno a un misterioso luogo di frontiera restando straziata e molto emozionante". (Motivazione della targa Ciampi). “Questa è poesia in musica” (Pippo Delbono) “...performer versatile e strepitoso talento di cantante e ricercatore...” (Moni Ovadia) Un brillante esempio di canzone 'alta': nei testi ricchi di significati importanti e non solo belli e poetici, in un canto di rara intensità. Un talento, un dispensatore di emozioni e "lezioni", a suo modo un esteta (Federico Guglielmi, Blow Up) “Incontrare Marco è stato un piacere, ascoltare le sue canzoni, in un paese un po' meno malandato, sarebbe un dovere (e anche piacevolissimo) per chi, per mestiere, racconta storie di musica....” (Fausto Pellegrini, Rainews)
Alcune recensioni di l'attesa “ “Cantautore, ricercatore di musica popolare, ma anche saggista, poeta, narratore e insegnante di storia e filosofia, Marco Rovelli è un intellettuale eclettico in grado di muoversi su territori differenti, portando avanti un progetto culturale unico nel suo genere dove alla canzone d’autore si affianca l’attività di saggista. […]. L’ascolto ci svela un disco dal sound post-rock con influenze che spaziano dal blues alla psichedelia, passando per il jazz, ad avvolgere il canto denso di pathos emotivo di Marco Rovelli che interpreta ogni brano con grande partecipazione e trasporto. ]...]. Un'opera di alto profilo culturale e musicale che rappresenterà, anche per il futuro, una pietra angolare della produzione di Marco Rovelli” Salvatore Esposito, Blogfoolk
“Un'energia che scuote, fin dalla prima traccia. Una linea che coniuga rock e canzone d'autore, sperimentazione e tradizione, etica ed estetica. Un disco prezioso”. Laura Bianchi, Mescalina
"Nuova musica d'autore che dovrebbe avere radici nella grande scuola italiana degli anni Sessanta e Settanta, e che invece tradisce senza troppi complimenti. Ogni disco di Rovelli, dunque, non é un semplice album ma un progetto nel senso più vero e profondo. […]. Un rock su cui i testi si appoggiano con agio e libertà grazie anche alla collaborazione di Paolo Monti, che il cantautore ritrova dopo la rivisitazione della tradizione popolare italiana dell'album Concerto d'amore, e la cui chitarra ancora una volta non é un muro contro il quale l'ispirazione di Rovelli sbatte, ma una materia porosa che la ingloba e si fa tutt'uno". Fulvio Paloscia, Repubblica
“È un'opera davvero complessa e affascinante questo nuovo progetto di Marco Rovelli. […]. Canzoni di struggente bellezza, potenti ballad rock, canzoni ipnotiche e rapsodiche, brani rock di grande impatto e fascino”. Andrea Podestà, l'Isola che non c'era
“La musica è punto d'incontro tra rock e canzoni d'autore, mentre le parole confermano l'indole impegnata della poetica del musicista massese, capace anche di prova notevole nelle tre riuscite cover” Guido Siliotto, il Tirreno
“La personalità eclettica di Marco Rovelli - musicista, scrittore, drammaturgo, insegnante - è troppo sfaccettata per limitarsi ai confini di un disco. [...]. Le chitarre si prendono il loro spazio, con fiammate anni 90 tra post rock e CSI, all'interno del ponderoso apparato testuale declamato con una inflessione memore del cantautorato politico del tempo che fu punto in scaletta anche tre cover decisamente riuscite”. Carlo Bordone, Rumore
“Marco Rovelli è un anarchico costituzionale ed è questo, tolto da utopie novecentesche, il dresscode contestatario che più gli calza per l’attitudine rock delle sue canzoni e la militanza civile dei suoi testi e dei suoi libri. […]. Portami al confine e Concerto d’amore sembrano comporre con l’attesa una sorta di trittico correlato all’ispirazione beckettiana che pervade il nuovo album. […]. C’è di più e non sorprende conoscendo la capacità creativa e sperimentale di Rovelli di trascendere la stessa musica e i modi di produzione tanto da riscoprire con l’attesa la possibilità di poter squadernare la potenza dei testi delle canzoni in un vero e proprio libro”. Fabio Francione, il manifesto
"L’album mette insieme cantautorato e rock elettrico, con tutti i suoi arrangiamenti curati dal bravissimo chitarrista Paolo Monti (The Star Pillow, Il Bosco Sacro). [...]. Un album bellissimo, un disco da consultare, un libro da suonare, contenuti per riflettere e pensare. Merce rara nel panorama della musica italiana attuale. Fortemente consigliato." Giancarlo De Chirico, Extra Music Magazine
"Canzoni immerse in un'elettricità torbida, nervosa, livida, specchio delle inquietudini, delle crisi di identità e degli echi di guerra che stringono in una morsa il tempo presente [...]. Una preziosa e articolata architettura" Alessandro Hellmann, Rockerilla
“Un lavoro sontuoso, sia per quanto riguarda i testi che per le musiche e gli arrangiamenti […]. Un disco di altissimo spessore artistico” Giuseppe Ciarallo, Left
“La band, che vede tra gli altri la presenza di Teho Teardo e di Nicola Alesini, offre un robusto supporto alle liriche ispirate e poetiche di Marco, la sua voce più aspra del solito e all’intenzione acida che è stata manifestata con forza nel live romano”. Alberto Marchetti vinile
“Assistito da musicisti di talento che si avvicendano, Rovelli canta con il suo caratteristico stile più o meno enfatico e "teatrale" accrescendo la forza espressiva delle parole, quasi tutte farina del suo sacco così come le musiche, ora scarne, ora più vivaci. Tra le eccezioni, gli ottimi adattamenti in italiano sempre a sua cura di Hurt dei Nine inch nails e Sympathy for the devil dei Rolling Stones, oltre alla cover di Fino all'ultimo minuto di Piero Ciampi”. Federico Guglielmi, Blow up
"La parte musicale offre momenti poetici scritti, abbracciati dalla ripetitività ossessiva delle chitarre post-rock, cosa che per esempio sento maggiormente in La finestra, ma anche nella title track, o dalla delicatezza sognante del suono e dalla parte ritmica che si prende e si perde nel tempo metrico dello scritto come in brani tipo: Gardenia, La scelta e Questo corpo. Tutti episodi magici e carichi di emozioni. Le liriche di ogni brano sono splendidamente folk ed italiane, i concetti sono diretti seppur metaforici e creano un luogo dove sentirsi meno soli in questo Mondo maltrattato. [...]. Musicalmente “L’Attesa” risulta più da ascolto alle prime luci dell’alba proprio per far sì che abbia l’attenzione che gli spetta. Qualcuno dice che la musica sia ormai finita ma è in questi lavori che invece a me viene da pensare che ancora una volta è una delle nostre poche forme di salvezza." Sara Fontana, Impatto Sonoro
"L’attesa è il suo disco da rocker. Magari autoriale, ma pur sempre convintamente rocker, grazie anche al non piccolo aiuto degli amici Paolo Monti alla chitarra e Massimiliano Furia alla batteria. Se Rovelli ha sempre detto di avere Iggy Pop come padre spirituale, qui siamo più dalle parti dei Waterboys, dei Thin White Rope o dei Pixies e di tutto un suono ricco di tensioni e passioni che rese bella la musica di fine ‘900. Grazie anche a una voce sempre più sicura dei propri mezzi, Rovelli recupera questa enfasi non enfatica (o più semplicemente potremmo parlare di carica emotiva) e la utilizza per creare canzoni vigorose e in più occasioni trascinanti. Sarebbe bello se L’Attesa fosse uno dei punti di partenza per una tendenza in grado di riattivare in noi capacità sopite come quella di ragionare emozionandoci." Antonio Vivaldi, TomTomRock
"Una canzone d’autore cruda, talvolta con toni epici, il suono è elettrico, scabro, con frequenti tonalità blues e uno sguardo costante al post punk dei Sonic Youth e all’alt rock più ruvido. Un lavoro affascinante e altamente evocativo nella sua completezza artistica” Antonio Bacciocchi, Radiocoop
"l’ascolto delle storie, delle esperienze e dei racconti sonori di Marco sono intensi, l’impianto è quello di una musica notturna ed evocativa, la voce accende luci sulla figura del cantore ed intorno l’atmosfera. La musica di Marco Rovelli e della sua partita può essere toccante e da brividi. [...]. La voce di Marco incanta ed inganna, in una Ferita che duole, omaggio aperto alla Hurt di Trent Reznor prima e di Johnny Cash poi. L’intero album sembra disseminato di una strana inquietudine che a tratti cozza con la serenità e la pace con la quale canta Marco Rovelli, quasi fermo sopra alle macerie" Vasco Viviani, Sodapop
“Anche nel fare musica Marco Rovelli connette mondi, ad esempio quello di Caterina Bueno e quello della generazione cresciuta col punk, ma non solo: qui ci sorprende con l’adattamento di “Hurt” dei Nine Inch Nails (“Ferita”) e quello di “Sympathy for the devil” dei Rolling Stones. [...]. E l’album risuona di nuovo della presenza di Paolo Monti coi suoi paesaggi elettrici (“io e Paolo siamo un condividuo musicale”, scrive Rovelli). “Noi, Chisciotte” ritorna, tanto diversa dalla versione del 2015 perché è la misura della strada percorsa con l’amico: non è solo nel contenuto, ma anche nella storia che si portano appresso, che i brani dell’album raccontano la relazione e l’incontro” Massimo Giuliani, Free Zone
“C’è una canzone che da sola varrebbe l’acquisto del disco, ci riferiamo alla title-track non solo per i versi che in poche pennellate rendono magnificamente l’atmosfera che si respira nella città di Palermo, ma anche per il modo in cui il testo, insieme alle musiche con in evidenza il violoncello di Lara Vecoli e la chitarra di Paolo Monti, rendono il senso di spossatezza e irrequietudine che coglie un attendere che sembra evocare lo stato esistenziale del sottotenente Drogo. Non che il resto sia da meno, quelle di Rovelli sono canzoni che svelano la loro profondità ascolto dopo ascolto. […]. Rovelli canta con intensa partecipazione emotiva, con pathos e sentimento, si percepisce il suo totale coinvolgimento, mentre vanno lodati i bellissimi arrangiamenti e la bravura dei musicisti coinvolti a partire dal chitarrista Paolo Monti degli Star Pillow e Bosco Sacro che disegna splendidi paesaggi sonori per i versi delle canzoni, districandosi fra post rock, psichedelia e blues”. Ignazio Gulotta, Distorsioni
alcune recensioni su Concerto d'amore
"Un disco prezioso, fuori dal tempo, che va dritto al cuore. [...] Un viaggio imprevedibile e struggente nel canto tradizionale mosso dal sentimento più antico del mondo." (Alessandro Hellmann, Musical News). "Con un tipo d'operazione che forse non si sentiva dai tempi di Matrilineare del Consorzio, [...], il matrimonio tra l'appassionata, antica verità delle strofe in dialetto con la modernità dei nuovi arrangiamenti è in molti casi motivo di emozione." (Luigi Abramo, Vinile). “I brani vibrano delle loro radici antiche, ma rivestite di sonorità tutte nuove. Trasformate, sì, ma con amore” (Maria Stocchi, Rumore) “Ogni canzone reca in sé una potenza espressiva arcaica. "Amor omnia vincit": è proprio il caso di dirlo. Bravissimi.” (Laura Bianchi, Mescalina) "Un album denso di collaborazioni ma soprattutto di grande intensità. [...]. Originalissimo, profondo, romantico, avvolgente, in cui la tradizione viene rinnovata, senza comprometterne l’essenza originaria." (Tony Bacciocchi, Radiocoop). “Bello ed emozionante... […] le chitarre e l’elettronica disegnano un tappeto sonoro quasi ambient […] Rovelli è credibilissimo anche nei testi dialettali e camaleontico nel colorare di varie emozioni e sentimenti le sue interpretazioni, nonché accompagnato spesso da bravissime colleghe." (Ignazio Gulotta, Distorsioni) "Potrebbe essere per le canzoni d’amore quello che sono stati Matrilineare per le nenie e Materiale Resistente per i canti della liberazione. Emozionante." (Vasco Viviani, Sodapop). “Non potevate scegliere titolo migliore. E' un atto di amore per la musica e il canto che è tanto evocativo ed interiore, esprime il sentimento in tutte le sue manifestazioni siano esse antiche o attualissime tanto da farne un unico esempio. Bravi te e Paolo e felice di aver partecipato ad un così bel progetto” (Fausta Vetere, messaggio privato)
alcune recensioni su Tutto inizia sempre
“Non capita spesso di incontrare un artista come Rovelli. I suoi spartiti sono ricerca di sonorità nell’archivio delle note antiche e del presente, vedi ad esempio Serenata e L’amore al tempo della rivolta. Brani plasmati su atmosfere rock, passaggi sinfonici, marcature di violino e violoncello. Il tema dell’amore e dell’utopia veste abiti perfetti su una passerella di cui Marco e la sua voce intensa continueranno ad essere protagonisti a parte e di parte” (Luciano Del Sette, Alias). “Intenso e prezioso l’ultimo disco del musicista-scrittore che canta Storia e storie L’album contiene canzoni belle e luminose, elettro-acustiche, dove il rock si mescola a suoni dall’incedere lirico, cadenzati dal violoncello di Lara Vecoli e dalla chitarra di Paolo Capodacqua. Una tessitura limpida, apparentemente semplice impreziosita dagli arrangiamenti del polistrumentista Rocco Marchi. E’ un disco profondamente d’amore. A tratti la voce di Rovelli ricorda quella di Herbert Pagani o di Billy Bragg, forte e suggestiva com’è, spesso la tensione civile rimanda a quella dei Dischi del Sole, alla grande stagione della canzone popolare, del folk come atto necessario per riprendersi le radici e far funzionare le ali” (Daniela Amenta, l'Unità). “Tutto inizia sempre risulta il suo disco più riuscito, compresi i due con il gruppo Les Anarchistes – del quale era frontman e fulcro: nelle musiche, che spesso sposano avvolgenti trame di scuola folk, energia filo-rock, atmosfere intensissime e arrangiamenti mai tanto (ac)curati, e in testi di notevole spessore poetico che al di là dei temi affrontati rimarcano il dovere morale di guardare e volare alto. Una canzone d'autore decisamente ricercata che sembra voler rimandare a epoche passate, ma che in definitiva è meno austera e più vivace di quanto potrebbe apparire di primo acchito, pervasa da un'enfasi interpretativa che qua e là sconfina, senza peraltro suonare forzata, in una sorta di melodramma alla Léo Ferré” (Federico Guglielmi, Blow Up). “Coraggioso, poetico, etico. “Tutto inizia sempre” cattura nella cura dei particolari, induce riflessioni, culla nei suoni. Musica “cameristica”, tessuti folk, alcune sfuriate rock, musette, sapori italo-francesi (tra Claudio Lolli e Leo Ferrè). Disco politico? Per forza di cose, ma attenzione: niente a che fare con la forma-canzone propagandistica. Non ci sono slogan né invettive. Piuttosto, il ragionare profondo, il sapere ascoltare e poi farne una forma di audacia propria”. (Massimo Pirotta, Vorrei) "Rovelli veste le sue idee fatte canzone con un'attenzione devota, verrebbe da definirlo un vero e proprio atto d'amore nei confronti del suono, come già avveniva quando militava nei Les Anarchistes. Il ponte che lo porta dalla tradizione del cantautorato di protesta è tutt'altro che pericolante, perché nel tragitto Rovelli incontra il rock elettrico, l'acustico "da camera" con un respiro classico-sinfonico, il folk in tutte le sue evoluzioni. Per cantare cose grandi e necessarie, cose che oggi i cantautori non fanno più" (Fulvio Paloscia, La Repubblica) “Canzone d’autore declinata in mille possibilità sonore, una coralità complessa che spiazza. Forse Tutto inizia sempre è l’opera più compiutamente matura e articolata del percorso artistico di Marco Rovelli. Senza dubbio è qualcosa che non
può essere ignorato”. (Giorgio Olmoti, L'isola che non c'era). “...la sempre più definita personalità di Marco Rovelli, la sua capacità di sagomare una nuova canzone popolare italiana: poetica, politica, appassionata e arrabbiata. (Antonio Vivaldi, Tomtomrock).
l'attesa è il nuovo album di Marco Rovelli. (per acquistarlo, scorri il testo) l'attesa è un disco-libro: ciascuna delle quindici canzoni del disco è legata a un concetto "etico", e per ogni concetto c'è un dialogo fatto dall'autore con poeti, romanzieri, teatranti, filosofi, storici, attivisti, psicoanalisti, neuroscienziati. Il disco ha sonorità elettriche lavorate da Paolo Monti, col suo potente chitarrismo e la sua capacità di costruire ambienti sonori. Tra le canzoni, due sono state scritte insieme al romanziere Antonio Moresco e alla poetessa Maria Grazia Calandrone, e una musicata con Teho Teardo. Due sono adattamenti italiani di canzoni fondamentali della storia del rock: Sympathy for the devil dei Rolling Stones e Hurt dei Nine Inch Nails. E c'è una cover: Fino all'ultimo minuto di Piero Ciampi, che ha vinto la targa che il premio Ciampi assegna alla miglior interpretazione di una canzone del cantautore livornese. "Potremmo definire Marco Rovelli sia uomo del Rinascimento sia artista ciampiano: uomo del Rinascimento perché molteplici sono gli ambiti in cui si muove - insegnamento, scrittura e ovviamente musica; artista ciampiano perché ama un’espressività aliena da compromessi e pronta al documentato atto d’accusa. Ma di Ciampi Marco ha saputo anche cogliere la parte più fragile come dimostra la sua interpretazione di “Fino all’ultimo minuto” che Piero firmò insieme a Gian Franco Reverberi e che qui viene trasportata dal mare davanti a Livorno a un misterioso luogo di frontiera restando straziata e molto emozionante". (Motivazione della targa Ciampi) Ciascuna delle quindici canzoni del disco è legata a un concetto "etico" - Attesa, Amore, Divenir-altro, Metamorfosi, Meraviglia, Creazione, Corpo, Empatia, Cura, Utopia, Resistenza, Diserzione, Liberazione - e per ogni concetto c'è un dialogo fatto dall'autore con: una poetessa, Maria Grazia Calandrone; uno scrittore, Antonio Moresco; due filosofi, Felice Cimatti e Ubaldo Fadini; uno psicoanalista, Miguel Benasayag; un neuroscienziato, Vittorio Gallese; un regista teatrale, Armando Punzo; uno psichiatra, Peppe Dell'Acqua; uno storico, Alessandro Portelli; e due filosofi-attivisti, Bifo (Franco Berardi) e Silvia Federici. Per chi voglia acquistarlo: si può fare un versamento di 21,30 euro (20 euro + spese di spedizione) all'Iban IT26W0306913699100000002641 intestato a Marco Rovelli oppure tramite paypal (@marcorovelli, c'è la foto nel profilo). Poi si manda attestato di pagamento e indirizzo per spedizione alla mail lattesa.album@gmail.com.
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CONCERTO D'AMORE “I really like this music!”, ha scritto Lee Ranaldo, storico chitarrista dei Sonic Youth, per poi mandare le tracce delle sue chitarre. Il fatto che abbia risposto con entusiasmo alla proposta di partecipare a questo album testimonia che questi canti d'amore hanno davvero qualcosa da dire di universale, qualcosa che va a toccare delle corde profonde dell'umano.CONCERTO D'AMORE è un album in cui una serie canti d'amore della tradizione popolare italiana, con la loro bellezza cristallina, sono stati cantati da Marco Rovelli insieme ad alcune straordinarie voci femminili della scena musicale italiana, e sono stati suonati da Paolo Monti, che li ha reinterpretati in stanze sonore elettriche che li trasfigurano, ma senza tradirne l'essenza.
L'album vede come ospiti Fausta Vetere della Nuova Compagnia di Canto Popolare, Mara Redeghieri, Angela Baraldi, Erica Boschiero, Serena Altavilla e Paola Rovai (che è la voce femminile nel live). E oltre alle chitarre di Paolo Monti, ci sono gli strumenti di Lee Ranaldo, Cesare Basile, Bruno Dorella, Nicola Alesini, Rocco Marchi e Lara Vecoli.dischibervisti.bandcamp.com/album/concerto-damore ***
Soffro dunque siamo. Il disagio psichico nella società degli individui Attraverso un'indagine lucida e sul campo, incentrata sulle testimonianze dirette di chi dal disagio psichico è stato travolto e di chi si sforza ogni giorno di comprenderlo e curarlo, Marco Rovelli cartografa il disagio psichico della civiltà ipermoderna e neoliberale - quella che ha preso corpo definito negli anni Ottanta all'insegna del motto thatcheriano: «La società non esiste. Esistono solo gli individui», che dimentica la natura essenzialmente relazionale dell'essere umano (che è "condividuo", e non "individuo") - mostrando ciò che le varie forme di disagio raccontano di questa società: ansia, depressione, panico, borderline, ritiro sociale, anoressia, autolesionismo ci raccontano anche della natura propria di questa società della prestazione e della performance, della competizione e della rivalità, del narcisismo e della vergogna. E mostra come è strutturata la psichiatria egemone della società degli individui, che, ponendo meriti e responsabilità nell'individuo isolato, concepisce la “malattia mentale” come qualcosa che afferisce esclusivamente alla dimensione individuale e organica. "Un bellissimo libro che ho letto con grande interesse e con ininterrotta attenzione, accompagnato in ogni pagina da intuizioni e da riflessioni sulla sofferenza psichica che tutti gli psichiatri dovrebbero leggere." (Eugenio Borgna) |
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